La Passione del Cristo, nel Vangelo di Giovanni, è per molti versi unica e si differenzia nettamente dagli altri tre Vangeli sinottici.
E soltanto nel IV Vangelo, infatti, che il racconto della Passione conferisce a Gesù una maestà e regalità in grado di padroneggiare i suoi accusatori e carnefici.
Singolare poi il comportamento e la figura di Pilato, che sin dall'inizio sembra essere riluttante nel condannare Gesù ed è sicuro di trovarsi davanti da un uomo innocente. E preso tra due fuochi, da una parte quindi, il suo desiderio di salvarlo, dall'altra le urla e le pretese della folla inferocita che voleva metterlo a morte. Non solo, sembra quasi che Pilato quasi avverta la trascendenza del Cristo, anche se non ne è consapevole. Singolare ad esempio è il breve dialogo tra i due ben evidenziato nei passi Giov. 18:33-34 quando Pilato chiede a Gesù se questo fosse il Re dei Giudei, mentre Gesù gli rispose con le sue parole: "Dici tu questo di tuo, oppure altri te lo hanno detto di me?" . Pilato sembra quasi che si senta di stare di fronte ad un uomo non solo innocente, ma che addirittura trascende la sue dimensione umana - condizione questa che Pilato non era in grado ancora di capire appieno.
Dall'altra parte, la folla inferocita, inneggia alla sua crocifissione, ma non solo, in modo del tutto opportunistico ed ipocrita, percependo la riluttanza di Pilato, inneggiano alla loro 'fedeltà' all'Impero romano e a Cesare - soprattutto quando dicono, nei versi Giov. 19:12 "ma i Giudei gridarono: se liberi costui non sei amico di Cesare" mentre raggiungono il culmine quando nel versetto 15 gridano" Noi non abbiam altro Re che Cesare".
Ora è facile capire perché Pilato abbia deciso di consegnare Gesù a loro, perché lo crocifiggessero: il suo rifiuto potrebbe costargli caro nella sua carriera politica, ed essere dichiarato nemico di Cesare potrebbe avere avuto delle conseguenze gravi.
Una certa attenuazione della sua colpa si nota inoltre nei versi Giov. 19:11 "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse dato dal'alto" sembra quasi volere dire a Pilato, che lui in fondo altro non è che una pedina, una ruota del grande ingranaggio, e che in fondo non è cosi potente come gli sembra essere, con questo attenuando in gran parte la sua colpa. Pilato, dall'altra parte senti di avere in un certo senso 'le mani legate' e di non potere fare molto, e soprattutto di non potere lasciare andare Gesù contro il volere della folla, senza condannarlo a morte. Il fatto che lo abbia fatto flagellare, dimostra soltanto la sua volontà di lasciarlo andare dopo averlo 'punito' pensando che in questo modo la folla, si sarebbe accontentata di vederlo flagellato per essere soddisfatta.
I Giudei, quindi, che fingendo per opportunismo la fedeltà a Cesare e all'Impero, sanno che questo sarebbe stato l'unico modo per convincere Pilato a fare crocifiggere Gesù, perché soltanto con la crocifissione di Gesù tutto il loro assetto religioso e politico sarebbe rimasto intatto.
Insomma Gesù era stato troppo Rivoluzionario per loro e lo temevano fortemente.
Pilato invece, rappresenta in parte il fedele medio, quante volte noi stessi ci siamo trovati in situazioni simili e ci siamo comportati allo stesso modo?? Quante volte ci siamo lavati le mani voltandoci di spalle perché la cosa in fondo non ci riguardava?
Emblematica poi è stata la scritta apposta da Pilato sulla croce in Giov. 19:19 che diceva: "Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei" apposta in ben tre lingue; in ebraico, in greco, ed in latino mentre i sacerdoti accorti si della scritta gli dicevano di cambiarla, in Giov. 19:21-22 - mentre Pilato a quelle parole rispose loro: "Quello che ho scritto, ho scritto".
E quindi possibile, e del tutto probabile, che Pilato sia diventato, anche se inavvertitamente e un po' inconsciamente, uno dei primi testimoni del Cristo nella storia!!
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