mercoledì 10 dicembre 2008

Perche il Natale







C’era un uomo che non credeva in Dio e non esitava a rendere noto agli altri il suo parere sulla religione e sulle feste come il Natale. Sua moglie, al contrario, credeva e aveva educato i figli a credere in Dio e in Gesù, nonostante i commenti ostili del marito.Una nevosa vigilia di Natale la moglie si preparava a portare i bambini alla messa nel paesino di campagna dove vivevano. Chiese al marito se voleva andare con loro, ma lui rifiutò."È una storia priva di senso!" disse. "Perché Dio dovrebbe abbassarsi a scendere sulla terra come uomo? È ridicolo!" Così la donna e i figli uscirono e lui rimase a casa.Poco dopo il vento cominciò a soffiare più forte e la nevicata divenne una bufera. L’uomo diede un’occhiata fuori dalla finestra, ma non riuscì a vedere altro che un accecante turbinio di neve. Si preparò a passare una serata tranquilla, seduto davanti al fuoco.D’un tratto udì un forte tonfo. Qualcosa aveva colpito la finestra. Poi un altro colpo. Guardò fuori, ma si vedeva solo a poco più di un metro di distanza. Appena la nevicata si calmò un attimo si avventurò fuori per vedere cosa avesse colpito la finestra. Nel campo di fianco alla casa vide uno stormo di oche selvatiche. Evidentemente erano state sorprese dalla tempesta durante il loro viaggio per svernare a sud e non riuscivano a proseguire; si erano perse ed erano finite nella sua fattoria, senza cibo né riparo. Sbattevano le ali e svolazzavano sul campo in circoli bassi, alla cieca e senza meta. Un paio di loro erano andate a sbattere contro la sua finestra.L’uomo provò pena per le oche e pensò di aiutarle. Il fienile sarebbe un bel posto per loro, pensò. È caldo e riparato; potrebbero passarci la notte e aspettare la fine della bufera. Così dopo aver spalancato la porta del fienile si mise ad aspettare, nella speranza che le oche notassero laporta aperta ed entrassero. Ma le oche svolazzavano in giro senza meta, senza notare il fienile che avrebbe potuto significare la salvezza. L’uomo cercò di attirare la loro attenzione, ma sembrava solo spaventarle e farle allontanare.Entrò in casa e ne uscì con del pane, che sbriciolò, formando un sentiero che portava al fienile. Non capirono.Ora cominciava a sentirsi frustrato. Le aggirò alle spalle e cercò di cacciarle verso il fienile, ma esse si spaventarono ancora di più e si sparpagliarono in tutte le direzioni meno che verso il fienile. Niente di quel che provava a fare riusciva a farle entrare dove sarebbero state al caldo e al sicuro."Perché non mi seguono?!" esclamò. "Non vedono che è l’unico posto in cui possono sopravvivere alla tempesta?"Ci pensò un attimo e si rese conto che non avrebbero seguito un essere umano. "Se fossi un’oca potrei salvarle", esclamò ad alta voce.Poi ebbe un’idea. Entrò nel fienile, prese una delle sue oche e portandola in braccio aggirò di nuovo le oche selvatiche e si mise dietro di esse. Poi la lasciò andare. L’oca svolazzò in mezzo allo stormo e si diresse dritta nel fienile … e ad una ad una le altre oche la seguirono in salvo.L’uomo si fermò un attimo in silenzio, ritornando con la mente alle parole che aveva detto poco prima: "Se fossi un’oca potrei salvarle!" Poi ripensò a quello che aveva appena detto a sua moglie: "Perché Dio dovrebbe voler diventare come noi? È ridicolo!" Improvvisamente capì; tutto acquistò un senso. Era quel che aveva fatto Dio. Noi eravamo come le oche … accecate, perse, destinate a morire. Dio aveva mandato Suo Figlio a diventare come noi per mostrarci la strada e salvarci. Era questo il significato del Natale.Il vento e la neve accecante cominciarono a calmarsi. Anche la sua anima si calmò e lui si fermò a riflettere su questo pensiero meraviglioso. Improvvisamente capì il significato del Natale, il motivo per cui Gesù era venuto. Anni di dubbi ed incredulità svanirono come la bufera appena passata. Cadde in ginocchio sulla neve e fece la sua prima preghiera: "Grazie, Dio, per essere venuto in forma umana a tirarmi fuori dalla tempesta!" •

domenica 16 novembre 2008

Dio

Dio adora fare le cose al contrario di come noi pensiamo che le debba fare!!

mercoledì 12 novembre 2008

Stendi la tua mano e ricevi la guarigione


Nelle mani protese verso di te ho dei doni: doni d'amore, perdono, misericordia e guarigione. Ho in mano tutte queste cose e te le donerò se solo stendi una mano per riceverle mediante la tua fede.Questi doni non li puoi meritare essendo buono. Non sarai mai buono abbastanza da potere meritare i preziosi doni che ho tra le mani, ma te li do in regalo. Non considerare le tue afflizioni come punizioni per i tuoi peccati, perché hanno uno scopo più grande, servono a fortificarti nello spirito e nella fede, e renderti più maturo. Quando preghi e confidi in me nonostante le tue afflizioni, non solo incoraggi e fai crescere la tua fede, ma anche quella di altri perché vedono il tuo esempio di come ti affidi fiduciosamente a me.
Da Gesù con Amore

lunedì 27 ottobre 2008

Salmo 1



Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via de'peccatori; nè si siede sul banco degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge dell'Eterno, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato presso a rivi d'acqua, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e la cui fronda non appassisce; e tutto quello che fa, prespererà.
Non cosi gli empi; anzi son come pula che il vento porta via. Perciò gli empi non reggeranno dnanzi al giudizio, nè i peccatori nella raunanza dei giusti. Poichè l'Eterno conosce la via dei giusti, ma la via degli empi mena alla rovina,

mercoledì 1 ottobre 2008

Hupostasis


Nel verso di Ebrei 11,1, il termine 'certezza' è il termine che è stato utilizzato traducendo i versi dal greco, la parola greca era 'hupostasis'. Molti anni dopo, gli archeologi hanno ritrovato, in Israele, i resti una vecchia locanda bruciata. Ivi vi trovarono uno scrigno di ferro che conteneva quelli che sembravano dei preziosi documenti di una nobildonna romana. La maggior parte dei documenti portava una intestazione in grandi caratteri greci 'hupostasis'. Erano i titoli di proprietà delle sue terre! Probabilmente prima di arrivare li la donna non aveva mai visto i suoi possedimenti, ma sapeva che erano suoi e poteva dimostrarlo perchè aveva i suddetti titoli di proprietà!
Allora che cosa è la fede? E come un titolo di proprietà!
Se hai chiesto qualcosa al Signore, ma non hai ancora visto la risposta, non preoccuparti. Se hai vera fede, è come avere in mano il titolo di proprietà con il tuo nome scritto sopra. E tuo, e prima o poi lo vedrai.


Ebrei 11,1

La fede è certezza delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.

venerdì 26 settembre 2008

Lettera # 8 'La Fede del centurione Romano'


Nel Vangelo di Matteo, al capitolo 8 versetti 5-13 si narra la storia di un centurione romano, che viene in contro a Gesù chiedendogli la guarigione del proprio servo. Sembrerebbe una delle tante storie di guarigione che vengono narrate nel Vangelo, uno dei tanti miracoli di Gesù.
Gesù, udendo la richiesta e la preghiera del centurione Romano (si badi bene, romano, non giudeo, quindi di una altra 'fede' ) vuole accontentare il soldato recandosi alla sua abitazione dove si trovava il suo servo ammalato. Ed è qui che inizia il vero miracolo, il miracolo della fede. A questo punto è il centurione che risponde di non essere degno di ospitare il Cristo a casa propria, ma gli basta anche una sola Parola di Gesù affinché il suo servo venga guarito!
Una fede del genere era del tutto fuori dall'ordinario per quei tempi, dove le persone avevano bisogno di segni tangibili, di contatto fisico vero e proprio con la figura del Cristo, un tocco delle sue mani, bagnarsi gli occhi con la sua saliva, tutti segni fisici della presenza e potenza di Gesù Cristo.
Il centurione invece, a differenza di tutti gli altri, non ha bisogno di questi segni fisici ed esteriori - gli basta solo una parola!!
Non ci rendiamo conto della fede a tutti gli effetti Rivoluzionaria di questo fedele, un pagano direbbero i giudei!!
Le ultime parole di Gesù sono state: ' e sia fatto secondo la tua fede ' - non più il tocco, la saliva, la presenza fisica di Gesù, ma secondo la tua fede !! Che belle queste parole!! Gesù non disse guarirò il tuo servitore, disse invece la tua fede !! Non è quindi Gesù che compie il miracolo, come un guaritore, un santone o un mago, è la nostra fede in Dio Padre e il nostro cieco affidamento a lui che produce miracoli !! E' un pò come chidere qualcosa a nostro padre, quando eravamo bambini, se chiedevamo una cosa giusta, il nostro padre amorevole faceva di tutto per accontentarci. Ora dobbiamo comportarci alla stessa maniera col nostro Padre celeste, dobbiamo essere come dei bambini (del resto siamo i suoi figli) che si affidano a lui e chiedeno a lui tutto quello di cui hanno bisogno. Esigete ed aspettate una risposta; Dio lo ha promesso, e se sarete in sintonia con lui, vi risponderà!!
Noi che tipo di credenti siamo? Coloro che hanno bisogno di vedere, toccare?? Oppure ci affidiamo completamente alla nostra fede, sperando in Gesù?

domenica 27 luglio 2008

La Parola.


La Parola divina non conosce confini; non ha limiti di nazioni, razze o imperi; non è prigioniera del tempo e dello spazio; e non è limitata dal'uomo, dalla guerra o dalla forza militare.

giovedì 24 luglio 2008

Lasciami amare gli altri attraverso di te


Lasciami usare i tuoi occhi per vedere i bisogni degli altri. Lasciami usare le tue orecchie per ascoltare il grido di dolore di chi è perduto. Lasciami usare la tua lingua per riversare le mie parole di amore e conforto su chi è scoraggiato. Lasciami spezzare il tuo cuore per la moltitudine di persone che non ha ancora sentito del mio amore. Lasciami usare le tue mani per asciugare le lacrime di quelli che piangono, per dare una pacca di incoraggiamento a chi si sente giù, per dare una mano a chi cade.
Lasciati riempire dalla mia Parola fino a traboccare e a diffondere il suo calore, la sua allegria, il suo amore e il suo incoraggiamento. Quando riempirà il tuo cuore, la tua mente e il tuo spirito, essa diffonderà attorno a te un'aura d'amore cui tutti vorranno partecipare.
Dai e ti sarà dato. Riverserò su di te il mio amore quando andrai a predicare il mio Vangelo, la mia Parola, il mio amore. Cosi potrai guarire il loro cuore.

Da Gesù con amore.

martedì 8 luglio 2008

Guardatevi dall'orgoglio durante la preghiera.


Non dire: O Dio, ti ringrazio perché sono migliore dei miei fratelli; ma di piuttosto: O Signore, perdona la mia indegnità, e ricordati con misericordia dei miei fratelli.

(Alma 38:14)

mercoledì 2 luglio 2008

Lettera #7 - Lasciate che i fanciulli vengano a me, poichè di essi è il Regno dei Cieli.

Quante volte avremmo sentito questa espressione, senza magari neppure capire bene che cosa significhi davvero.
Cristo è disceso sulla terra, per portarci Salvezza e perdono per i nostri peccati. E lo ha fatto morendo per noi sulla croce, quale ultima vittima sacrificale, per redimerci. Ma tutto ciò era incomprensibile per noi esseri umani. Gesù Cristo è venuto sula terra per predicarci la 'buona novella', il Vangelo, ovvero l'Amore, quello vero e incondizionato verso il nostro prossimo. Nessuno lo capi, e per questo che è stato crocefisso; perché non predicava quello che la 'legge' diceva di fare per salvarsi, bensì un concetto cosi semplice, e allo stesso tempo cosi complicato, come la legge dell'amore e della compassione. Al contrario di quanti credevano che per salvarsi bisognava obbedire alle leggi, alle tradizioni, Gesù non disse mai che per salvarsi fosse necessario recarsi in Chiesa ogni sabato o domenica, versare la decima o qualsiasi altro precetto. Tutto, ma proprio tutto quello che invece dovevano fare era scoprirsi peccatori e bisognosi di riconciliazione con Dio, chiedendo soltanto a Gesù il perdono dei propri peccati.

Tutto ciò era quasi inconcepibile per quei tempi, per non parlare poi del fatto che Gesù fosse visto come un impostore o peggio un bestemmiatore dato che diceva di essere il Figlio di Dio.

Gesù però ci parlò chiaramente e disse cosa dovevamo fare per essere salvati, ovvero diventare come bambini, cioè puri di cuore, affidandoci completamente a Lui e all'Amore del Padre, proprio come fa un bambino affidandosi pienamente ai propri genitori. Lasciare da parte tutte le nostre 'sicurezze', i nostri 'dogmi', le nostre 'tradizioni' grazie alle quali ci sentiamo più 'forti', più orgogliosi e soprattutto più 'meritevoli' di salvezza. Ci sentiamo anche migliori degli altri, che non seguono le nostre stesse tradizioni e ciò invece che avvicinarci gli uni verso gli altri, tende ad allontanarci e ad erigere muri e steccati intorno a noi. Tornando invece come bambini, ovvero mettendo da parte il nostro 'orgoglio', le nostre sicurezze, possiamo più pienamente accedere alla Grazia salvifica di Cristo, riconoscendoci invece piccoli, ignoranti ( in materia di fede), e irrimediabilmente spinti al peccato - soltanto abbassandoci in questo modo, scopriremo ed otterremo la Grazia di Gesù Cristo.
Tu chi sei adesso agli occhi di Dio?? Ti credi di essere forte, 'adulto', credi di essere un sapiente e di essere nel giusto rispettando tutte le 'leggi', non solo, migliore degli altri perché le rispetti?? Forse allora, è giunto il momento di ri-tornare piccolo abbassarsi inginocchiandosi in preghiera, riconoscendosi invece piccolo e bisognoso di amore e di aiuto, poiché soltanto cosi potremmo vedere e sentire la misericordia di Dio scendere su di noi, e portarci, pace, conforto e serenità già in questa vita.

martedì 1 luglio 2008

Il Cielo e i telescopi.


Posso prendere il mio telescopio e osservare lo spazio per milioni di chilometri; ma posso metterlo da parte, entrare in camera mia e chiudere la porta; là, assorto in preghiera, posso vedere il Cielo più da vicino, e posso avvicinarmi a Dio più che se avessi l'aiuto di tutti i telescopi e i mezzi fisici del mondo.

-Isaac Newton

lunedì 16 giugno 2008

Le nostre preghiere


Le nostre preghiere vengono sempre esaudite.Alcune lo sono nel modo che desideravamo,alcune in altri modi. Alcune vengono esaudite da un cambiamento dentro di noi; alcune da un cambiamento negli altri. Alcune vengono esaudite quando riceviamo la forza di sopportare i nostri problemi; alcune quando i problemi vengono eliminati. Alcune preghiere vengono esaudite immediatamente; alcune richiedono anni; per altre dovremo attendere di essere in Cielo - ma tutte vengono esaudite.

sabato 17 maggio 2008

Lettera # 6 - Una dichiarazione di Amore.


Come ho già scritto le volte precedenti, l'Amore dovrebbe essere la nostra unica Legge, l'amore visto anche come compassione vero il nostro prossimo.



Se tutti noi ubbidissimo a questa legge, molti dei problemi del mondo non esisterebbero, le guerre, la fame, la miseria, sono spesso causate dalla mancanza di amore e compassione verso il nostro prossimo.



C'è un comandamento che dice: 'Ama Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutto te stesso, e con tutta la tua anima; ama il prossimo tuo come te stesso'. Perché prima 'ama Dio tuo'? Perché è soltanto facendo riferimento a lui, quale il nostro unico e comune Padre celeste, che possiamo amare anche il nostro prossimo.
Tuttavia l'Amore, per essere visibile, ha bisogno di azioni concrete, non basta infatti dire a parole che si ama qualcuno, ma bisogna anche tradurlo in fatti e opere, perchè divenga tangibile.
C'è quindi una netta differenza tra la compassione e il provare semplicemente pena per qualcuno. Il vero Amore è soprattutto compassione, libera e disinteressata - cosi come è l'Amore e la compassione che prova per noi il nostro Padre Celeste.
Tuttavia, la manifestazione più elevata del nostro amore non è la mera condivisione dei nostri beni materiali; Gesù stesso in vita non ebbe nulla di materiale da offrire e da spartire con gli uomini, ma cosa lo rese quello che è stato e quello che è tutt'ora?? L'avere dato la sua vita per la nostra salvezza !! Quale dono poteva essere simile a questo? Infatti sta scritto che non c'è amore più grande che dare la propria vita per un amico. Cosi ritengo che donare tutti noi stessi e condividere la nostra vita con loro - sia il fine a cui dobbiamo tendere, per avere vera compassione dei nostri fratelli.
Anche se tutte le cose temporali (materiali) di questo mondo, possono soddisfare il nostro corpo, e le sue esigenze materiali, cosi come l'amore e l'affetto nei nostri cuori, soltanto l'Amore di Dio può soddisfare appieno il nostro Spirito, soltanto vivendo in comunione con lo Spirito di Dio, proveremmo una vera pace, armonia e conforto. E questa pace soltanto lo Spirito di Dio ce la potrà dare, basta soltanto affidarsi a questo Spirito, aprendo il proprio cuore a Gesù!!

sabato 3 maggio 2008

Lettera # 5 - Perchè cercate i vivi tra i morti? E risorto!!




Naturalmente stiamo parlando di Gesù Cristo, il figlio di Dio, che si è sacrificato sulla croce per i nostri peccati.


Tutta la missione terrena di Gesù, come pure tutti i suoi miracoli e insegnamenti, non sono stati nulla in confronto alla sua resurrezione !! Se infatti Gesù non fosse risorto, il cristianesimo stesso non sarebbe mai nato !! Gesù non sarebbe stato altro che un buon predicatore, un maestro, un mentore, ma non un Figlio di Dio che mediante il suo sacrificio ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e dalla morte !! Cristo, morendo sulla croce ci ha liberati, riscattati, mediante il suo sangue, sangue non più di animali, non più di capretti, montoni, cervi o cerbiattoli, bensì col sangue del Primogenito di Dio!!


Che grande gloria che abbiamo ricevuto!! La sua risurrezione è il fulcro stesso della cristianità, poiché Cristo ha sconfitto non solo la morte spirituale, ma anche quella fisica risorgendo dopo tre giorni col suo corpo!! E sappiamo che la stessa cosa accadrà a noi, mediante il sacrificio espiatorio e il sangue del Cristo Gesù. Anche noi, un giorno, risorgeremo dai morti, si apriranno i nostri sepolcri, la nostra carne si ricomporrà e splenderà come in vita.

Molte persone oggi tendono a rammentare sempre la sofferenza del Cristo sulla croce, e tendono a rappresentarla in ogni occasione, esponendone il simbolo in ogni luogo pubblico, ma perché concentrarsi sulle sofferenze del Cristo sulla croce e sulla immagine del Cristo morto, quando poi questo è risorto ??
E la risurrezione di Gesù il fulcro del cristianesimo e della nostra fede, il Figlio di Dio ha si sofferto per i nostri peccati, ma è ancora più importante che sia poi anche risorto, destino che ci attende tutti quanti!!
Se Gesù non fosse risorto, infatti, sarebbe passato alla storia come un qualunque maestro, mentore, o persino anche profeta, ma non il messia morto per noi per fare in modo che avessimo la vita eterna.
Perché quindi non ricordarlo risorto ?? Assumere il simbolo della croce non tanto come sofferenza bensì come la vittoria sul peccato e sulla morte!! Non è più bello un messaggio che prospetta la vita, la vittoria, invece che una immagine che ci riporta sempre alle sofferenze e alle tribolazioni?? Certo, nella nostra vita ci sono le prove, le sofferenze, spesso perché noi ne possiamo trarre insegnamento e per fortificarci nello spirito - ma sappiamo che un giorno si porrà la fine a tutte le nostre sofferenze e tribolazioni e potremmo vivere in pienezza e nella verità.


domenica 27 aprile 2008

Lettera # 4 - Il sacrificio del Cristo sulla croce.

Cosi come quindi, con la venuta di Gesù Cristo, Dio che si è fatto uomo, per 'abbassarsi' ai nostri livelli, a quelli umani, ha vissuto una vita normale per non dire comune fino ai 30 anni. Passò il resto della sua breve esistenza terrena, annunciando l'Amore di Dio a tutti gli uomini, denunciava il legalismo religioso cosi imperante in quella società. Era per tutti i versi un rivoluzionario non solo per come si rapportava alle tradizioni ma anche per il modo in cui condannava la religiosità - spesso un vuoto e sterile precettismo e ritualismo.
A tutto questo Gesù sostituisce l'unica Legge, quella più importante, la legge dell'amore.

Ma avendo anche ricevuto la parola l'uomo era pur sempre soggetto al peccato, nella sua condizione umana, imperfetta e sempre pronta ad errare (anche in senso figurato, errare lontano dal Signore). Perciò ci voleva un ultimo sacrificio e che sacrificio, Dio che manda suo figlio, per farlo flagellare e poi fare morire sulla croce per i nostri peccati!!
E mediante il suo sangue che siamo stati lavati, resi giusti davanti al Signore. Questo era l'ultimo sacrificio. Da allora in avanti non se ne sarebbero più compiuti.
Emblematiche le parole che Gesù disse sulla croce, poco prima di spirare, disse "è compiuto" !!
Compiuto cosa? Il suo sacrificio, in quel momento è come se avesse detto al Padre: 'ora ho già pagato " pagato per i nostri peccati, ci ha riscattati col proprio sangue, per liberarci da una morte certa perché da soli non eravamo in grado di giungere alla salvezza. Compiuto l'ultimo sacrificio, quello che pretendeva la vita sua, in quanto il Primogenito del Padre.

Ogni volta che diciamo che per salvarci ed avere vita eterna bisogna fare questo, poi quello poi quell'altro ancora, è come se diminuissimo l'enorme significato che è stata la croce di Cristo, e un po' come se non apprezzassimo appieno il suo sacrificio che ci ha portato la vita eterna e che ha sconfitto la morte.
Il solo sacrificio di Cristo, è sufficiente per redimere ogni essere umano, basta soltanto farlo entrare nel proprio cuore - ma è una cosa cosi incredibile e per noi umani cosi poco comprensibile, che nel corso del secoli gli umani hanno aggiunto tante altre dottrine, precetti e regole - dicevano Gesù è si morto per te sulla croce, però per salvarti devi fare questo e quell'altro, ma questi erano tutti precetti e regole umane e che non venivano da Dio - quindi come ogni regola e imposizione umana, non ci portava ad avvicinarci al Signore, bensì a compiere azioni vane e vuote, credendo di guadagnarsi la salvezza in questo modo.
Ma ahimè, che errore!!! Come si può comperare col vile denaro umano, qualcosa che ci è stato liberamente e spontaneamente donato ?? Si può comperare con del denaro la Salvezza eterna?? No, non bastava, il Figlio Primogenito è dovuto andare sulla croce per noi e al posto nostro - al posto di ognuno di noi. Cristo è andato sulla croce per me e per te !!

Ma Gesù, sulla croce non mori di morte naturale, bensì rese lo Spirito tornò al Padre, per poi stare alla sua destra, un Re di gloria, nostro redentore, che ora regna gloriosamente in cielo e che mentre era in terra era schernito e aveva si una corona ma non di oro e metalli preziosi, non di rubini o diamanti, bensì una corona di spine.
Quella corona di spine ora è diventata una corona nel Regno celeste, e grazie al suo sacrificio sulla terra, tutti noi potremmo un giorno contemplarlo e vivere in uno nuovo stato di esaltazione!!

lunedì 21 aprile 2008

Isaia 11; 6-7


E il lupo dimorerà con l'agnello, e il leopardo giacerà col capretto; e il vitello, il leoncino e il bestiame ingrassato staranno assieme; e un fanciullo li condurrà.

E la mucca e l'orsa pascoleranno; i loro piccoli giaceranno insieme; e il leone mangerà paglia come il bue.

venerdì 18 aprile 2008

Cantare sul treno.


Seduto nella fredda carrozza Jack si tirò il berretto sulle orecchie. Già da parecchie ore era intrappolato sul treno con gli altri passeggeri. La locomotiva e la prima carrozza dell’espresso serale erano deragliate in un posto sperduto. L’unica cosa che potevano fare era aspettare che arrivassero soccorsi. Era il 1959, in pieno inverno e nel mezzo della notte. Non c’era elettricità, non c’era riscaldamento e non c’era luce al di fuori delle torce elettriche del conduttore e di alcuni passeggeri.Jack sapeva che ci sarebbe voluto un po’ prima che qualcuno si rendesse conto che l’espresso era in ritardo e lanciasse l’allarme. Le spedizioni di soccorso dovevano essere organizzate e poi mandate avanti con molta cautela. Dall’altra direzione potevano mandare un treno sull’unico binario, ma avrebbero dovuto farlo con estrema cautela perché non sapevano se si sarebbero trovati di fronte all’espresso in ritardo in arrivo dalla parte opposta. Il sistema di segnalazione su questi binari era antiquato e Jack, appassionato ditreni, lo sapeva bene. Le ricerche vere e proprie, concluse tra sé, non sarebbero cominciate che la mattina successiva.Tutti i passeggeri erano usciti dai vagoni non appena il treno si era bruscamente fermato. La locomotiva e la prima carrozza erano uscite dai binari e si erano bloccate in fondo alla scarpata ghiaiosa, ma erano ancora in piedi. Mira-colosamente nessuno era rimasto ucciso, anche se il macchinista e il suo secondo avevano subito brutte ferite alla testa.Li avevano portati dentro ad una della carrozze per passare la gelida notte insieme agli altri passeggeri, molti dei quali erano rimasti anch’essi feriti. Dava frustrazione e timore sapere che sarebbero rimasti lì senza molte possibilità di soccorso fino al mattino.Poi qualcuno nella carrozza dove stava Jack cominciò a cantare. Era la vecchia canzone di Vera Lynn, della seconda guerra mondiale, "Le bianche scogliere di Dover". Ben presto tutti si unirono in coro. Quando la canzone finì, qualcun altro ne cominciò un’altra."Cantammo tutta la notte", ricorda Jack. "Non importava che canzone fosse. Cantammo canzoni popolari, vecchi ballabili, inni religiosi, perfino canzoni di Natale. Finché cantavamo ci sentivamo meglio. Arrivarono persone dalle altre carrozze e ci stipammo tutti il più possibile per tenerci caldi. Quasi nessuno si conosceva, ma ci trovammo tutti affratellati dal disastro, consolandoci a vicenda."Era un gruppo variegato, da reclute dell’esercito che tornavano in caserma dalla licenza, a giovani famiglie, alcuni anziani, perfino alcuni tipi che non avrei voluto incontrare da solo di notte, eppure tutte le barriere sociali erano cadute. C’era un tipo enorme – più tardi appresi che si chiamava Clifford – che al momento del disastro se n’era uscito con una tale sfilza di bestemmie che non credo di averne sentite tante in vita mia. Però fu lui che prese in braccio il macchinista, lo portò sulla carrozza e si prese cura di lui per il resto della notte, come una specie di incrocio tra un angelo e un infermiere. Se ho mai conosciuto qualcuno in vita mia che fosse un diamante grezzo era proprio lui."Ero abituato a giudicare il libro dalla copertina, ma devo ammettere che nel caso di quest’uomo mi sbagliavo – e probabilmente mi ero sbagliato molte altre volte in precedenza. Poche cose tirano fuori il meglio in una persona come le difficoltà."Sotto molti aspetti fu la notte più incredibile della mia vita e feci molti amici tra quelle persone. Quando arrivarono i soccorsi la mattina successiva, quasi mi dispiacque".Quella notte disastrosa, isolati in mezzo al nulla, Jack e gli altri passeggeri fecero molte amicizie durature. Decisero di ritrovarsi ogni anno alla data dell’in-cidente. Jack andò alle nozze di alcuni e ai funerali di altri. Clifford diventò infermiere in un ospedale e in seguito prese servizio su un’ambulanza. A quanto pare la notte dell’incidente era uscito da poco dal carcere ed era in viaggio per andare a regolare i conti con alcuni vecchi compagni. "Quel disastro mi impedì di combinare un disastro nella mia vita", raccontò a Jack alcuni anni più tardi, durante una delle loro riunioni.La vita di Jack seguì il suo corso – tra le altre cose divenne mio padre. Non fu una vita proprio straordinaria, dirà qualcuno, ma quella notte imparò una lezione importante che non si stancò mai di ripetermi. Le nostre esperienze peggiori a volte possono rivelarsi tra le migliori e possono dare il via a grandi amicizie.

mercoledì 16 aprile 2008

Lettera # 3 - Gesù davanti a Pilato.


La Passione del Cristo, nel Vangelo di Giovanni, è per molti versi unica e si differenzia nettamente dagli altri tre Vangeli sinottici.
E soltanto nel IV Vangelo, infatti, che il racconto della Passione conferisce a Gesù una maestà e regalità in grado di padroneggiare i suoi accusatori e carnefici.
Singolare poi il comportamento e la figura di Pilato, che sin dall'inizio sembra essere riluttante nel condannare Gesù ed è sicuro di trovarsi davanti da un uomo innocente. E preso tra due fuochi, da una parte quindi, il suo desiderio di salvarlo, dall'altra le urla e le pretese della folla inferocita che voleva metterlo a morte. Non solo, sembra quasi che Pilato quasi avverta la trascendenza del Cristo, anche se non ne è consapevole. Singolare ad esempio è il breve dialogo tra i due ben evidenziato nei passi Giov. 18:33-34 quando Pilato chiede a Gesù se questo fosse il Re dei Giudei, mentre Gesù gli rispose con le sue parole: "Dici tu questo di tuo, oppure altri te lo hanno detto di me?" . Pilato sembra quasi che si senta di stare di fronte ad un uomo non solo innocente, ma che addirittura trascende la sue dimensione umana - condizione questa che Pilato non era in grado ancora di capire appieno.
Dall'altra parte, la folla inferocita, inneggia alla sua crocifissione, ma non solo, in modo del tutto opportunistico ed ipocrita, percependo la riluttanza di Pilato, inneggiano alla loro 'fedeltà' all'Impero romano e a Cesare - soprattutto quando dicono, nei versi Giov. 19:12 "ma i Giudei gridarono: se liberi costui non sei amico di Cesare" mentre raggiungono il culmine quando nel versetto 15 gridano" Noi non abbiam altro Re che Cesare".
Ora è facile capire perché Pilato abbia deciso di consegnare Gesù a loro, perché lo crocifiggessero: il suo rifiuto potrebbe costargli caro nella sua carriera politica, ed essere dichiarato nemico di Cesare potrebbe avere avuto delle conseguenze gravi.
Una certa attenuazione della sua colpa si nota inoltre nei versi Giov. 19:11 "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse dato dal'alto" sembra quasi volere dire a Pilato, che lui in fondo altro non è che una pedina, una ruota del grande ingranaggio, e che in fondo non è cosi potente come gli sembra essere, con questo attenuando in gran parte la sua colpa. Pilato, dall'altra parte senti di avere in un certo senso 'le mani legate' e di non potere fare molto, e soprattutto di non potere lasciare andare Gesù contro il volere della folla, senza condannarlo a morte. Il fatto che lo abbia fatto flagellare, dimostra soltanto la sua volontà di lasciarlo andare dopo averlo 'punito' pensando che in questo modo la folla, si sarebbe accontentata di vederlo flagellato per essere soddisfatta.
I Giudei, quindi, che fingendo per opportunismo la fedeltà a Cesare e all'Impero, sanno che questo sarebbe stato l'unico modo per convincere Pilato a fare crocifiggere Gesù, perché soltanto con la crocifissione di Gesù tutto il loro assetto religioso e politico sarebbe rimasto intatto.
Insomma Gesù era stato troppo Rivoluzionario per loro e lo temevano fortemente.
Pilato invece, rappresenta in parte il fedele medio, quante volte noi stessi ci siamo trovati in situazioni simili e ci siamo comportati allo stesso modo?? Quante volte ci siamo lavati le mani voltandoci di spalle perché la cosa in fondo non ci riguardava?
Emblematica poi è stata la scritta apposta da Pilato sulla croce in Giov. 19:19 che diceva: "Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei" apposta in ben tre lingue; in ebraico, in greco, ed in latino mentre i sacerdoti accorti si della scritta gli dicevano di cambiarla, in Giov. 19:21-22 - mentre Pilato a quelle parole rispose loro: "Quello che ho scritto, ho scritto".

E quindi possibile, e del tutto probabile, che Pilato sia diventato, anche se inavvertitamente e un po' inconsciamente, uno dei primi testimoni del Cristo nella storia!!

domenica 13 aprile 2008

Lettera #2 - La Legge dall'Amore e il superamento dell'antica legge mosaica.


Rialacciandomi quindi al post precedente:

Liberamente quindi abbiamo ricevuto la Salvezza tramite l'espiazione di Gesù sulla croce per i nostri peccati, e altrettanto liberamente dobbiamo donare noi, ma unicamente come segno di gratitudine verso Dio per il dono che ci ha fatto - non per guadagnarci alcunchè (anche perchè, da soli e mediante soltanto le nostre opere non saremmo in grado di salvarci se non mediante Gesù Cristo).
Facciamo quindi il bene, le 'opere buone' non per averne un premio (che già abbiamo ricevuto) ma come testimonianza dell'Amore di Dio per noi, dobbiamo in pratica cercare di imitare l'amore disinteressato di Dio nei nostri confronti verso i nostri fratelli qui sulla terra.

E questa l'essenza dell'Amore vero - non è calcolatrice, non si manifetsa per avere un premio - ma è una libera espressione di altriusmo solo per il fatto che l'altro esiste!
Un bambino che è gentile ed educato soltanto perchè riceverà un regalo, non lo fa per un vero sentimento di amore verso il genitore, besni soltanto per avere dopo il suo premio. Allo stesso modo, un bambino che si comporta bene per paura di venire punito, non lo fa per amore verso il genitore, ma soltanto perchè ne è impaurito - passato il 'pericolo' di venire punito, si comporterà di nuovo in malomodo.
E quindi incredibile quante persone, anche religiose, compiono il bene qui sulla terra per poi 'guadagnarsi' la ricompensa nei cieli. Pensateci, sarebbe questo il vero Amore???

E proprio per questo quindi che è sufficiente credere in Cristo per potersi salvare - perchè nessuno si 'gonfi' credendosi migliore dell'altro (magari perchè ha compiuto molte 'opere buone') e quindi piu meritevole di salvezza. Non è con questo spirito che dobbiamo presentarci davanti al Signore!! Bensi dobbiamo avere il cuore contrito, ben consapevoli delle nostre debolezze e dei nostri limiti e dobbiamo essere pieni di gratitudine per l'opera salvifica nei nostri confronti da parte di Gesù.

Dopo l'avvento di Cristo quindi, l'antica legge mosaica e stata compiuta o adempiuta a questa ne è entrata una nuova, per molti versi di una semplicità estrema ma non banale - Ama Dio con tutto il tuo cuore, e ama il prossimo tuo come te stesso.
La legge dell'amore quindi ha soppiantato la antica legge mosaica, fatta di sacrifici, precetti, regole e prescrizioni in ogni campo della vita.
A un crsitiano è permesso tutto, ha la piena liberà di agire nella propria coscienza e pieno libero arbitrio. E sufficiente che si sforzi di seguire la Legge dell'Amore per non avere più alcun bisogno della antiche leggi e precetti!!
Dirò di più, un uomo non dovrebbe avere neppure più bisogno di leggi - perchè l'unica Legge che ha e che segue, quella dell'Amore è già iscritta nel suo cuore e se la rispetta e vive in accordanza con questa non può sbagliare.
Quante persone dicono : "Io non rubo, perchè c'è scritto nei Dieci Comandamenti che non è lecito farlo" oppure "Io sono contro la pena di morte perchè nei Dieci Comandamenti sta scritto che è vietato uccidere" e di esempi cosi ne potrei citare ancora tantissimi - ma pensiamoci bene, è soltanto per questo che noi queste cose non le facciamo?? Oppure sentiamo già dentro di noi che sono cose intrinsecamente sbagliate perchè vanno contro il principio dell'amore e della compassione verso il prossimo??
Un cristiano evuluto, non dovrebbe più avere bisogno di alcuna 'legge' scritta, dovrebbe averne una, che le comprende tutte e che dovrebbe essere iscritta nel suo cuore.

Lettera #1 - Il messagio fondamentale del Cristianesimo - Credi in Gesù e sarai salvato!!


Scrivo ciò, che è il frutto delle mie riflessioni, o meglio una Rivelazione di cui ho avuto conferma leggendo anche scritti di molti altri autori.

Tutto l'Antico Testamento è permeato dal cosiddetto Patto tra il Popolo di Israele e Dio stesso. Ogni fedele doveva seguire un rigido canone di leggi, precetti, obblighi ecc.. nell'Antico Testamento molte pagine sono dedicate ai sacrifici - a come devono essere fatti e quando. Ogni giudeo che avesse trasgredito le 'regole' doveva poi riconciliarsi con Dio offrendo in sacrificio al Signore un animale - il sangue di quell'animale espiava il peccato.
Questo in tutto l'Antico Testamento (chiamato anche Antico Patto) e prima della venuta di Cristo.

Con l'avvento del Cristo, si è verificata una vera e propria Rivoluzione - Gesù Cristo, mediante il suo sacrificio sulla croce ha posto fine ai sacrifici animali per i peccati degli uomini, una volta per tutte!!
Oggi, pochissimi ne hanno piena coscienza, e non si rendono appieno conto del fatto che soltanto credendo in Gesù Cristo e nel suo sacrificio espiatorio, siamo stati giustificati, ovvero resi giusti davanti a Dio.
Pochi notano appieno la portata del messaggio di Amore - un Dio che si fa Uomo, vive la nostra stessa condizione umana sulla terra, per poi morire sulla croce per i nostri peccati liberandoci cosi dal peso del peccato e da una morte eterna. Questo è stata una libera scelta del Signore, un atto di amore e un dono gratuito perchè l'Umanità intera, immeritevole di salvezza e incapace di redimersi appieno da sola, possa salvarsi!!
Quale altra religione è portatrice di un messaggio di amore cosi profondo e altruista?

E cosi poco comprensibile che molti stentano a crederci - e pensano che per salvarsi bisogna eseguire tanti riti, seguire molti precetti e regole, fare sacrifici e provare dolore in questa vita.
Eppure il messaggio cristiano è cosi semplice e allo stesso tempo rivoluzionario Credi in Gesù Cristo a sarai salvato!

sabato 12 aprile 2008

L'offerta del bambino in Chiesa.


Un giorno, durante un culto in Chiesa, mentre si passava col piattino delle offerte, ognuno metteva quanto poteva. Quando il piattino arrivò accanto ad un bambino, questo disse:
"Metti giù il piattino delle offerte, per terra"
"Ma come, non posso metterlo per terra" gli rispose il fedele che passava col piattino - ma il bambino insistette.
Il fedele mise per terra il piattino e appena lo fece .... il bambino ci entrò dentro.
"Ma cosa fai?" gli chiese l'uomo e il bambino gli rispose "Non ho io del denaro da offire al Signore, cosi offro tutto me stesso".
Oggi questo bambino, divenuto adulto, è pastore di una Chiesa in Francia.

Perchè il Natale?


C’era un uomo che non credeva in Dio e non esitava a rendere noto agli altri il suo parere sulla religione e sulle feste come il Natale. Sua moglie, al contrario, credeva e aveva educato i figli a credere in Dio e in Gesù, nonostante i commenti ostili del marito.
Una nevosa vigilia di Natale la moglie si preparava a portare i bambini alla messa nel paesino di campagna dove vivevano. Chiese al marito se voleva andare con loro, ma lui rifiutò.
"È una storia priva di senso!" disse. "Perché Dio dovrebbe abbassarsi a scendere sulla terra come uomo? È ridicolo!" Così la donna e i figli uscirono e lui rimase a casa.
Poco dopo il vento cominciò a soffiare più forte e la nevicata divenne una bufera. L’uomo diede un’occhiata fuori dalla finestra, ma non riuscì a vedere altro che un accecante turbinio di neve. Si preparò a passare una serata tranquilla, seduto davanti al fuoco.
D’un tratto udì un forte tonfo. Qualcosa aveva colpito la finestra. Poi un altro colpo. Guardò fuori, ma si vedeva solo a poco più di un metro di distanza. Appena la nevicata si calmò un attimo si avventurò fuori per vedere cosa avesse colpito la finestra. Nel campo di fianco alla casa vide uno stormo di oche selvatiche. Evidentemente erano state sorprese dalla tempesta durante il loro viaggio per svernare a sud e non riuscivano a proseguire; si erano perse ed erano finite nella sua fattoria, senza cibo né riparo. Sbattevano le ali e svolazzavano sul campo in circoli bassi, alla cieca e senza meta. Un paio di loro erano andate a sbattere contro la sua finestra.
L’uomo provò pena per le oche e pensò di aiutarle. Il fienile sarebbe un bel posto per loro, pensò. È caldo e riparato; potrebbero passarci la notte e aspettare la fine della bufera. Così dopo aver spalancato la porta del fienile si mise ad aspettare, nella speranza che le oche notassero la
porta aperta ed entrassero. Ma le oche svolazzavano in giro senza meta, senza notare il fienile che avrebbe potuto significare la salvezza. L’uomo cercò di attirare la loro attenzione, ma sembrava solo spaventarle e farle allontanare.
Entrò in casa e ne uscì con del pane, che sbriciolò, formando un sentiero che portava al fienile. Non capirono.
Ora cominciava a sentirsi frustrato. Le aggirò alle spalle e cercò di cacciarle verso il fienile, ma esse si spaventarono ancora di più e si sparpagliarono in tutte le direzioni meno che verso il fienile. Niente di quel che provava a fare riusciva a farle entrare dove sarebbero state al caldo e al sicuro.
"Perché non mi seguono?!" esclamò. "Non vedono che è l’unico posto in cui possono sopravvivere alla tempesta?"
Ci pensò un attimo e si rese conto che non avrebbero seguito un essere umano. "Se fossi un’oca potrei salvarle", esclamò ad alta voce.
Poi ebbe un’idea. Entrò nel fienile, prese una delle sue oche e portandola in braccio aggirò di nuovo le oche selvatiche e si mise dietro di esse. Poi la lasciò andare. L’oca svolazzò in mezzo allo stormo e si diresse dritta nel fienile … e ad una ad una le altre oche la seguirono in salvo.
L’uomo si fermò un attimo in silenzio, ritornando con la mente alle parole che aveva detto poco prima: "Se fossi un’oca potrei salvarle!" Poi ripensò a quello che aveva appena detto a sua moglie: "Perché Dio dovrebbe voler diventare come noi? È ridicolo!" Improvvisamente capì; tutto acquistò un senso. Era quel che aveva fatto Dio. Noi eravamo come le oche … accecate, perse, destinate a morire. Dio aveva mandato Suo Figlio a diventare come noi per mostrarci la strada e salvarci. Era questo il significato del Natale.
Il vento e la neve accecante cominciarono a calmarsi. Anche la sua anima si calmò e lui si fermò a riflettere su questo pensiero meraviglioso. Improvvisamente capì il significato del Natale, il motivo per cui Gesù era venuto. Anni di dubbi ed incredulità svanirono come la bufera appena passata. Cadde in ginocchio sulla neve e fece la sua prima preghiera: "Grazie, Dio, per essere venuto in forma umana a tirarmi fuori dalla tempesta!" •