venerdì 28 gennaio 2011

Luca 6:6-11


Un altro sabato egli entro' nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era li un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se avrebbe fatto una guarigione di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma egli conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: 'Alzati e mettiti in mezzo!' Ed egli, alzatosi, stette in piedi . Poi Gesu' disse loro: 'Io domando a voi: e' lecito, di sabato fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?' E, girato lo sguardo tutto intorno a loro disse a quell'uomo : 'Stendi la mano!' . Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ed essi furono pieni di furore e discutevano tra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesu'.

giovedì 27 gennaio 2011

Lettera # 13 - Gesu' riguardo alle ricchezze (Mat. 19:16-26)


E' molto conosciuto il passo nel Vangeli riguardo al giovane ricco che corse verso Gesù chiedendogli cosa dovesse fare per accedere al Regno di Dio. Gesù gli rispose allora, che doveva seguire i comandamenti che erano stati dati a Mosè, ma costui gli rispose che già obbediva a tutti i comandamenti, e chiese cosa altro ancora dovesse fare, perché si sentiva un uomo molto pio.
A questo punto Gesù gli disse di lasciare ai poveri tutte le sue ricchezze terrene e di venire a seguirlo. Il giovane ricco, sentito queste parole si rattristo' molto - perché aveva molti averi e non era affatto pronto a rinunciare a tutto quello che aveva. Se ne andò via sconsolato.
A questo punto Gesù disse la famosa frase "E' più facile per un cammello passare per la cruna di un ago, piuttosto che a un ricco entrare nel Regno di Dio" . I discepoli rimasero molto colpiti da questa affermazione e chiesero chi, a questo punto avrebbe potuto salvarsi. Gesù rispose con la frase "agli uomini e' impossibile, ma a Dio tutto e' possibile".
Ora Gesù si riferiva alla porta delle città, che veniva appunto chiamata 'cruna dell'ago', probabilmente per la forma che assumeva. Passare attraverso questa porta non era affatto facile per un cammello, ma certo non era neppure impossibile.
Perché Gesù si esprime in questa maniera, tale da fare meravigliare persino i suoi discepoli? Sono parole che anche oggi ci appaiono particolarmente dure e difficili da comprendere. Ma cosa intendeva Gesù rispondendo al giovane ricco? Si riferiva si alle sue ricchezze terrene, e sapeva quanto quell'uomo tenesse ai suoi averi, sapeva che non sarebbe stato in grado di vendere tutti i suoi beni e donare il ricavato ai poveri. In altre parole, per quell'uomo le sue ricchezze erano le più importanti, qualcosa senza cui non avrebbe potuto vivere.
Ecco che si può notare come spesso le ricchezze, quelle materiali, possano non essere una benedizione. Se le ricchezze che abbiamo ottenebrano la nostra mente, non ci fanno vedere ciò che e' giusto e buono, non ci fanno vedere colui che accanto a noi soffre o ha bisogno di aiuto, se il desiderio di avere sempre più ricchezze o la paura di perderle ci fanno affannare rischiamo di mettere tutto il nostro cuore li, rischiamo davvero di mettere da parte la Parola di Dio, l'unica che ci può arricchire per davvero, con una ricchezza che nessuno ci potrà portare via, ne' la ruggine ne' il ladro. Il pericolo e' quello di perdere di vista ciò che veramente e' importante e che dona vita .
La ricchezza in quel caso diventa quasi come una zavorra che non ci lascia andare in alto, non ci permette di elevarci spiritualmente come invece dovremmo, secondo la nostra natura, cercare di fare.

sabato 12 giugno 2010

Ecclesiaste 7:1-4


Una buona reputazione val meglio dell'olio profumato; e il giorno della morte, meglio del giorno della nascita. E' meglio andare in una casa di duolo, che andare in una casa di convito; poichè là è la fine di ogni uomo, e colui che vive vi porrà mente. La tristezza val meglio del riso; poichè quando il viso è mesto, il cuore diventa migliore. Il cuore del savio è nella casa del duolo; ma il cuore degli stolti è nella casa della gioia.

giovedì 13 maggio 2010

Alma 7:13-15


Ora, lo Spirito conosce ogni cosa: nondimeno il Figlio di Dio soffrira', secondo la carne, per potere prendere su di Se' peccati del suo popolo, per potere cancellare le trasgressioni, secondo il potere della sua liberazione; ed ora ecco, questa e' la testimonianza che e' in me.
Ora io vi dico che dovete pentirvi e nascere di nuovo; poiche' lo Spirito dice che se non nascete di nuovo non potete ereditare il regno dei cieli; venite dunque e siate battezzati al pentimento, affinche possiate essere lavati dai vostri peccati, affinche possiate avere fede nell'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo, che e' potente per salvare e per purificare da ogni ingiustizia.
Si, vi dico, venite e non temete; e lasciate da parte ogni peccato, che vi assale facilmente, che vi trascina legati verso la distruzione; si, venite e andate avanti e mostrate al vostro Dio che siete disposti a pentirvi dei vostri peccati e ad entrare in alleanza con lui di obbedire ai suoi comandamenti, e testimoniatelo a lui oggi stesso, entrando nelle acque del battesimo.

mercoledì 12 maggio 2010

Isaia 52:1-7


Egli e' disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo di dolore, e famigliare col patire, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
Egli e' stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquita'; il castigo per cui abbiamo pace, e' caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l'iniquita' di noi tutti.
Maltrattato, si lascio' umiliare e non apri' bocca. Come l'agnello al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non apri' bocca.

lunedì 16 novembre 2009

Lettera #12 - Le leggi






Ogni religione, credo o comunità religiosa, stabilisce delle proprie regole e 'leggi'. Sono infatti convinti, che i loro fedeli debbano essere 'guidati' e che debbano avere delle regole fisse di comportamento, siano questi modi di comportarsi, modi di vestire, spessissimo devono seguire anche una dieta particolare. Tutte queste 'regole' e prescrizioni creano una determinata identità e creano una coesione del gruppo.
In certe religioni, la dieta poi e particolarmente regolamentata: non si possono mangiare determinati animali, che sono considerati 'impuri' - le carni ammesse poi devono ottenere determinate 'certificazioni' ad opera dei sacerdoti e in genere del clero, che voltato verso una certa direzione dice le preghiere prescritte e tramandate dalla tradizione. Costoro basano queste convinzioni su antiche iscrizioni e leggi. In certe religioni queste regole sono addirittura talmente complesse che le varie leggi vengono interpretate in maniera diversa a seconda della comunità e della personale interpretazione del 'sacerdote'.
Altre volte poi i 'saggi' e coloro che sono preposti alla interpretazione di leggi e regole, perdono ore a discutere se di Sabato sia concesso aggiungere lo zucchero al the, e se si debba farlo prima o dopo avervi versato il the; per non contravvenire all'antica usanza mosaica che proibisce di cucinare il giorno di Sabato. Secondo costoro infatti, versando del the caldo sullo zucchero, si verificherebbe un suo scioglimento che potrebbe essere assimilato alla cottura.
Altri pii seguaci religiosi, non usano elettricita di Sabato, poiche si contravviene alla legge mosaica che vieta di accendere una fiamma (o di spegnere la fiamma) di Sabato. Per lo stesso motivo ai fedeli viene proibito l'uso dell'automobile (anche per recarsi nel luogo di preghiera).
Tutti questi divieti e prescrizioni, vengono da una lettura letteralista nonche fondamentalista dei testi sacri. La loro osservanza, e minuziosa scruplosità nel loro studio e nella loro applicazione quotidiana, prendono molto tempo ai fedeli, che però sono convinti di 'obbedire' ai precetti divini.

Leggi e prescrizioni di questo tipo, mentre a suo tempo potevano avere un certo scopo - nella fattispecie - il differenziarsi dal resto dei gentili ritenuti senza Dio, oggi, alla luce anche delle Rivelazioni successive, ci appaiono del tutto obsolete nonche desuete. Insomma hanno perso ogni loro ragione di essere. E questo perche Cristo stesso ci rivelò che non esistono piu i popoli bensi un solo popolo riunito attorno a Cristo. Non quindi piu un popolo scelto o meglio prescelto da Dio, ma tutti quanti noi facciamo parte di uno stesso ed unico popolo!!

Il Cristo sulla croce, rendendo lo Spirito per i nostri peccati, ha vinto col proprio sacrificio i rigori della Legge Mosaica - aprendo una nuova era.
Non piu quindi una mera osservanza di detti principi e precetti, obblighi e divieti, imposti al popolo e codificati nei testi sacri. Tutte queste 'leggi' imposte al popolo come un pesante fardello sulla schiena, sono state per cosi dire sintetizzate nel Comandamento supremo, che non soltanto racchiude, bensi va oltre i vecchi precetti, quello dell' amore per il prossimo.
Potrà sembrare banale, ovvio, ma se ci fosse veramente amore fraterno sulla terra, non avremmo una buona parte dei problemi.
Tornando però sul discorso delle leggi, è vero che un vero cristiano è libero, non soltanto per il libero arbitrio, è libero anche dalla legge scritta e codificata. Ciò non vuole dire assolutamente che un vero cristiano non abbia oppure non obbedisca a delle Leggi, ma è del tutto diverso il modo in cui si accosta a queste.
Una persona molto religiosa, basa la sua fede sui Testi Sacri, che sono per lui una guida e una sicurezza - osserva scrupolosamente ogni regola e precetto - anche queste gli danno sicurezza, sa di essere nel 'giusto' perche è obbediente. Insomma non fa le cose perchè ritiene che vadano fatte, ma perche sono scritte!!
Una persona ri-nata in Cristo, invece, ha la legge impressa nel proprio cuore, non piu incisa in tavole di pietra, scritta su carta, tramandata per via orale. Non ne ha piu bisogno!!
Un vero cristiano non vive 'senza legge' ma, avendo questa impressa nel proprio cuore, la osserva non perche gli viene imposta dall'esterno bensi perche gli è propria. Un vero cristiano non uccide perche c'è un comandamento che vieta di uccidere, bensi perchè avendo la legge dell'amore e della compassione impressa nel cuore, non compie quell'atto a prescindere che ci sia un comandamento esplicito o neno!! E questa la vera rivoluzione!
Un religioso, segue in modo acritico dei precetti, delle prescrizioni, è schiavo della lettera!! Non compie determinate azioni soltanto perche queste gli vengono esplicitamente vietate! Questo li porta spesso ad avere una visione legalistica della fede, che si esprime non nella libertà e nella gioia di fare il bene in modo spontaneo, bensi di uniformarsi ad un complesso di leggi.
Il limite grosso che si nasconde sotto questo tipo di religiosità, è quello di non riuscire piu a pensare con la propria testa, di essere un mero esecutore, quasi uno schiavo di questa 'legge' che sovrasta ogni aspetto della propria vita!
Persone del genere, si spingono a volte a compiere delle efferatezze, e si sentono con la coscienza a posto perche non c'era una legge specifica che vietava loro di fare questa o quella determinata azione!! Ecco quale è il pericolo insito nel legalismo religioso!!
Per questo noi siamo liberi, di accettare o meno, e in quanto liberi compiamo il bene in modo spontaneo e disinteressato!! Per questo l'antica legge mosaica è stata compiuta - perche, liberi di scegliere il bene, siamo anche liberi di farlo in modo disinteressato cosi come in modo disinteressato e per la nostra salvezza Cristo Gesu è morto per i nostri peccati.
Non facciamo quindi come tanti religiosi che, convinti di avere e perseverare la legge, compiono poi atti immorali o scellerati, ma, dato che rispettano il precetto sabbatico, ad esempio, si ritengono perfettamente ubbidienti.

Ogni cristiano vero, nella propria coscienza, e nella sua conoscenza del vero, sa gia cosa sia giusto e cosa sbagliato, a prescindere se le sue sacre scritture condannano oppure no un certo atto.

giovedì 24 settembre 2009

Matteo 15:11


"Non quello che entra nella bocca contamina l'uomo; ma e quello che esce dalla bocca, che contamina l'uomo."